Rita Levi Montalcini ha vissuto una vita piena di successi e riconoscimenti per il suo impegno scientifico,
come il Premio Nobel per la medicina e la carica di senatrice a vita. Ma non fu solo questo: fu una donna
impegnata nel sociale e un simbolo per di orgoglio, femminismo e razionalità per l’Italia contemporanea.
Nascita
Rita Levi Montalcini nasce a Torino nel 1909 da una colta e benestante famiglia torinese di religione ebraica. Nonostante, come lei stessa dirà in seguito, sia cresciuta in un clima relativamente conservatore, riuscirà a imporre la sua volontà e porterà brillantemente al termine gli studi, anche grazie al clima tranquillo e sereno della sua famiglia
La Laurea
Nel 1930 Rita-Levi Montalcini riuscì a convincere suo padre, inizialmente contrario, a iscriversi all’università. Dopo qualche dubbio iniziale si decise a iscriversi a medicina, condizionata anche dalla morte improvvisa della governante di famiglia a cui era molto legata. Nel 1936 conseguirà la laurea in medicina e chirurgia con il voto di 110 e lode, specializzandosi poi in neuropatologia e psichiatria.
Le leggi razziali e la fuga in Belgio
A seguito della promulgazione delle leggi razziali, Rita-Levi Montalcini dovette scappare per evitare di incorrere nelle persecuzioni nazifasciste e per poter continuare a studiare, cosa che per una persona di origine ebraica sarebbe stato impossibile dopo il 1938. Emigrò in Belgio, salvo poi dover scappare di nuovo in Italia quando la Germania nazista conquistò il paese
Il trasferimento negli USA
Durante gli ultimi anni di guerra, Rita-Levi Montalcini ebbe modo di collaborare con alcuni studiosi statunitensi. Uno di loro, Viktor Hamburger, decise di continuare la collaborazione anche dopo il rientro in patria e per questo le chiese di raggiungerlo a St. Louis. La studiosa accettò di buon grado pensando di rimanervi solo pochi mesi. Vi rimase trent’anni, durante i quali ebbe modo di rivoluzionare la storia della neuropsichiatria.
La scoperta degli NGF
Prima delle sue scoperte, era opinione comune che le cellule neuronali non avessero alcuna facoltà di duplicazione dopo la nascita. Con la scoperta degli NGF, R.L. Montalcini scoprì l’esistenza di una proteina che permette a queste cellule di duplicarsi, generando nuove fibre nervose e permettendo di contrastare le malattie neurodegenerative.
Il Premio Nobel
Il Premio Nobel per la medicina, condiviso con il biochimico statunitense Stanley Cohen, arriverà solo trent’anni dopo: la portata della scoperta e la mole di studi effettuata necessitò un enorme quantità di controlli, approfondimenti e perfezionamenti. Utilizzando le parole dell’Accademia Reale Svedese “La scoperta dell’Ngf è un esempio affascinante di come un osservatore acuto possa estrarre ipotesi valide da un apparente caos”
La nomina a senatrice a vita
Nel 2001, il presidente Carlo Azelio Ciampi, nomina Rita-Levi Montalcini senatrice a vita, “per aver illustrato la Patria con altissimi meriti nel campo scientifico e sociale”. L’impatto sociale della scienziata non è da sottovalutare: rappresentò un icona per le donne italiane (e non) impegnate nell’ambito scientifico e divenne un’icona del pensiero razionalista e scientifico per tutto il paese.
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