Sul terreno della formazione, dentro e fuori la scuola, si gioca la qualità della crescita umana, dei saperi e delle conoscenze apprese, delle relazioni e delle opportunità coltivate. Contro l’isolamento dei giovani, la frammentazione e la segregazione dei percorsi di vita, gli squilibri territoriali e le disuguaglianze di opportunità, occorre comprendere come riportare al centro di una dimensione educativa, territoriale e politica una riflessione di tipo pedagogico, capace di incidere significativamente sui percorsi di crescita degli individui. Come si fa o come si dovrebbe fare educazione? Come promuovere la costruzione di conoscenza in una dimensione di piacere, senza rinunciare al digitale e in riferimento all’obiettivo di garantire a tutti eque ed uguali opportunità di sviluppo? A quali responsabilità è chiamato l’attore pubblico?
Queste le domande al centro della prima edizione di Gli Stati Generali delle Povertà Educative, una giornata di sessione in plenaria alternate a tavoli di lavoro per interrogarsi su alleanze, alternative e politiche di intervento capaci di riportare il tema dell’educazione al centro di un’agenda collettiva.
Tra gli ospiti
Rucker C. Johnson University of California
Lorenzo Fioramonti Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
Lamberto Bertolè Comune di Milano Costanzo Ranci Politecnico di Milano
Elisabetta Dodi Centro di Ricerca sulle Relazioni Interculturali, Università Cattolica del Sacro Cuore