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Fate presto
Ma che la situazione sia già cambiata è evidente. E su questo punto il Centro euromediterraneo sui cambiamenti climatici ha acceso un faro sul ruolo delle città, responsabili del 70% delle emissioni di gas serra pur occupando appena il 3% del territorio. “Il contributo che possono dare è sensibile, sia nel ridurre la C02 sia nel mitigare ondate di calore e altri eventi estremi”, spiega Donatella Spano, che ha guidato la ricerca del Cmcc sulle metropoli.
Nel frattempo, ad Atene, hanno creato la nuova carica di consigliere per la sostenibilità, Parigi ha una figura simile così come Città del Messico, Miami e Freetown. E anche in Italia qualcosa si muove (Repubblica), mentre il ministro delle Infrastrutture e delle mobilità sostenibili Enrico Giovannini annuncia che per la svolta verde nei trasporti sono in arrivo 43 miliardi di euro. Ma nonostante le previsioni sul caro bollette, ascrivibile anche ai rincari dei certificati sulle emissioni di C02, Giovannini ribadisce che “dobbiamo fare la transizione ecologica, energetica in primo luogo; questa avrà certamente dei costi, ma devono e possono essere gestiti” (La Stampa).
Cara bolletta...
Il primo a lanciare l’allarme sul rincaro delle bollette è stato il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, prefigurando aumenti di luce e gas fino al 40% nel prossimo trimestre (Il Sole 24 Ore). Le ragioni sono molteplici: vanno dall’aumento della domanda di energia, in parallelo alla ripresa post-Covid, fino alle tensioni geopolitiche.
Uno dei fattori è, appunto, l’aumento dei prezzi dei permessi per emettere anidride carbonica (Emission trading scheme), in seguito alle politiche ambientali sempre più restrittive da parte dell’Ue. La domanda delle “quote” di anidride carbonica è aumentata e i prezzi sono saliti ai massimi storici, intorno ai 50 euro per tonnellata di C02. Così le aziende finiscono per recuperare questo costo sulla bolletta energetica e sulle tariffe dei consumatori (Linkiesta).
Il governo italiano ha approvato un decreto che prevede un extrabonus per le famiglie in difficoltà economica e un taglio agli oneri di sistema delle bollette (Adnkronos). Ma il problema non è solo italiano. La Spagna ha varato un pacchetto di misure da 4 miliardi di euro con cui si riduce l’imposta sull’elettricità dal 5,1 allo 0,5%. E in Francia si è parlato invece di un voucher per sostenere le famiglie fragili più colpite dall’aumento dei costi energetici (Internazionale). Ma la mancata transizione ecologica potrebbe avere costi ancora più alti, come spiega Domani. Un esempio è l’impennata del prezzo del grano fino a +60%, dovuta alla mancanza della materia prima. Nel mondo mancherebbero 3 milioni di tonnellate di grano duro, in particolare per il blocco del raccolto di Canada e Stati Uniti, duramente colpiti dalla siccità estiva (IlSalvagente).
Quale energia?
Di fronte a questo quadro tutt’altro che roseo, l’Italia si avvia verso l’attuazione della transizione ecologica attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Il Sole 24 Ore). Una transizione che sarà soprattutto energetica, come ha spiegato il ministro Roberto Cingolani, le cui affermazioni nelle ultime settimane hanno però fatto molto discutere gli ambientalisti e i partiti politici. Cingolani ha aperto all’energia nucleare, spiegando che “si stanno affacciando tecnologie di quarta generazione, senza uranio arricchito e acqua pesante. Se a un certo punto si verifica che i chili di rifiuto radioattivo sono pochissimi, la sicurezza elevata e il costo basso, è da folli non considerare questa tecnologia” (RaiNews24).
In risposta, il presidente di Legambiente Stefano Ciafani ha dichiarato: “Oggi parlare di futuro del nucleare non ha senso. Siamo in piena crisi climatica, dobbiamo decarbonizzare al più presto. Qual è il senso di investire risorse pubbliche per una tecnologia che entrerà in funzione fra venti o trent'anni? Quando oramai abbiamo già fonti pulite che non sono pericolose e non producono scorie radioattive?” (RiparteItalia). E intanto si affaccia all’orizzonte anche la transizione verso l’idrogeno, su cui il governo Draghi ha puntato 3,19 miliardi del Pnrr (Lavoce.info).
E anche su questo punto il ministro Cingolani è stato molto franco, spiegando che se vogliamo partire subito, dovremmo puntare sull’idrogeno blu prodotto dal metano, con lo stoccaggio sottoterra dell’anidride carbonica di scarto. Se invece vogliamo l’idrogeno verde, prodotto dall’acqua tramite l’elettrolisi a zero emissioni, ci servono 70 nuovi gigawatt di rinnovabili. Che, ad oggi, l’Italia non ha. La transizione, in questo secondo caso, richiederà più tempo (Ansa). Pure lo scienziato del Cnr Nicola Armaroli ha spiegato che per utilizzare solo energia pulita ed ecosostenibile “i tempi ancora non sono maturi: i costi di produzione sono ancora alti”. E finché non ci sarà quel surplus di energie rinnovabili che servirebbe ad alimentare il processo produttivo, il mercato energetico sostenibile andrà a rilento (Greenplanner).
Transizione all’italiana
Secondo lo studio “European Governance of the Energy Transition”, realizzato da Fondazione Enel e The European House - Ambrosetti, gli investimenti nei settori coinvolti nel processo di transizione energetica genererebbero benefici a cascata, con un impatto cumulativo sul Pil di oltre 8.000 miliardi di euro nell’Ue e oltre 400 miliardi in Italia. Ma “per cambiare il nostro sistema e ridurre il suo impatto ambientale bisogna fare cambiamenti radicali che hanno un prezzo”, ha spiegato il ministro Cingolani, prospettando senza mezzi termini il pericolo che la conversione ecologica potrebbe rivelarsi “un bagno di sangue”, con costi in termini di posti di lavoro e aumenti dei prezzi (Huffington Post).
Dichiarazioni che hanno sollevato le critiche di chi invita il Ministro a coagulare consensi attorno alla transizione spiegando che “la riconversione ecologica richiede in buona parte attività ad alta intensità di manodopera, più pulite e meno faticose rispetto a quelle dei settori che diventano obsoleti” (Avvenire).
Secondo uno studio realizzato da Rff-Cmcc European Institute on Economics and the Environment, grazie al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi si potrebbero creare 8 milioni di posti di lavoro in più nel settore energetico entro il 2050 (The Guardian). Serve però favorire l’ecosistema dell’innovazione e supportare le realtà del tessuto economico e produttivo che già lavorano per la neutralità climatica: è questo il senso dei Milano Transition Days organizzati da Fondazione Feltrinelli, tra il 29 settembre e il 1 ottobre, per parlare di mobilità, energia, acqua e cibo con l’obiettivo di contribuire a delineare la via italiana per una transizione ecologica giusta.
Una via da percorrere insieme, perché – come ha scritto Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, sul Manifesto – serviranno politiche di adattamento, accompagnando il settore energetico verso una generazione sempre più distribuita delle rinnovabili, quello dei trasporti verso una prospettiva a emissioni zero, e le città le cui trasformazioni rappresentano oggi la prima grande sfida nazionale.
Earth Speaker dell’artista danese Olafur Eliasson, è un progetto sul tema ecologico pensato per i bambini. Usando la app in realtà aumentata, i bambini da diverse aree nel mondo fanno parlare le piante e gli elementi naturali, registrando messaggi che possono essere anche condivisi e ritrasmessi.
Guerra de la Paz è il duo creativo di Cuba con base a Miami che crea opere scultoree e installazioni che evocano messaggi sull’ambiente e affrontano temi come il conflitto e l’unità, il consumo di massa, l’usa e getta e l’ecologia.
Nell’immagine: Barthélémy Toguo, Pump Up Mind, 2017. Galerie Michelle Champetler
#transizione #mobilità #energia #food&water Milano Transition Days 29 settembre - 1 ottobre Viale Pasubio 5, Milano
La transizione ecologica è una delle principali sfide a cui siamo chiamati a rispondere per rispettare gli obiettivi di neutralità climatica previsti dall’Unione Europea e gli indirizzi politici definiti dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Per questo, in concomitanza con la pre-Cop26 e l’evento Youth for Climate di Milano, dal 29 settembre al 1 ottobre daremo il nostro contributo con i Milano Transition Days, tre giornate di lavoro per mettere a confronto diverse realtà e identificare progetti e proposte utili a rendere praticabile la transizione ecologica.
Mobilità sostenibile, energia, acqua e cibo saranno i temi al centro delle tre giornate, a cui parteciperanno centri di ricerca, 10 innovation hub, 8 realtà di investimento e più di 40 tra start-up e spin-off universitari in un tavolo di lavoro con le grandi imprese e le Istituzioni più rappresentative del Paese. In questo modo, cercheremo di condividere visioni e strategie attuative, per pensare a un’idea di futuro concreta a partire dalle esperienze più virtuose e dalla possibilità di metterle in un dialogo costruttivo con l’attore pubblico.
#Day1 MOBILITY – mercoledì 29 settembre
Gli incontri si possono seguire anche in streaming sul sito della Fondazione fondazionefeltrinelli.it/live e sulla pagina Facebook.
Diario di bordo Su questi temi, riproponiamo l'iniziativa L'Artico Nell'ambito del festival dedicato alle arti performative Welcome to Socotra, abbiamo parlato di viaggi, libri e terre con Stefano Unterthiner, Ornella D'Alessio, traver writer, e la partecipazione di Simona Daniele, vocalist, e Lorenzo Barcella, chitarra, del Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano.
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